“Uomo radicato che vive il suo presente ignorando il mostro”

Carboncino, matita e qualche tocco di UNIPOSCA – 14,5×17
Mi sono insudiciato molto a fare questo disegno. Lavorare con il carboncino ti da la stessa libertà di un tuffo in una pozzanghera.
“Io non voglio più stare qui”

Carboncino, matita rossa e qualche tocco di UNIPOSCA – 14,5×17
Ispirato al frammento di un incubo. Il qui non si sa bene dove.
“L’ingranaggio meccanico”

Una brevissima riflessione sulla fotografia moderna
Per chi come me si è formato sulla fotografia del ‘900 è molto difficile approcciare quella moderna. Moderna non negli autori, ma in ciò che vediamo, in ciò che è cambiato a livello estetico. Metto il mio occhio nel mirino e quello che vedo è un esercito di persone chine sui telefoni, spesso con accanto meraviglie, ignorate o immortalate con l’illusione che l’immagine che si porteranno a casa ha più valore di un ricordo riposto nella loro memoria. L’abbigliamento è sempre più difforme, deforme, anti-estetico, zaini colorati, tecnologici e magliette “de puta madre”. Ecco, personalmente, non riesco a dialogare con questo squallido livello estetico. Le scene che percepisco sono sempre minori e sempre più difficili da fermare, a volte ci riesco, ma non sempre. Tutto ciò diventa battaglia (personale, ci mancherebbe), una battaglia buona, difficile da vincere, nella quale spesso ti senti sconfitto.
“Una bellissima storia d’amore”

Carboncino e matita – 14,5×17
Non mi viene in mente niente per descrivere le sensazioni, quindi non scrivo nulla.
“Praga”

Ho impiegato un po’ di tempo per metabolizzare Praga, poi mi si è manifestata una immagine reale. È una città che va vista guardando in alto, guardando il drago che le rotea (continuo, perpetuo, eterno) al di sopra.
“Enneatipo 4”
Storia di un uomo senza più azione ne reazione.
Carboncino – 14,5 cm x 17 cm

Un uomo intelligente, precoce, a tratti geniale, con una forma di cultura non canonica, scolastica, ma istintiva, costruita dalle esperienze di vita e da occhi che stravedono. È vittima del suo passato, delle scelte malate e della fiducia riposta in persone sbagliate. È un uomo vittima della colpa, una colpa profonda verso se stesso, verso quello che avrebbe potuto essere e che forse non sarà mai. È un capolavoro mancato da scultori falliti. Un padre anaffettivo, una madre vessatoria, questo il punto di partenza, la base imprescindibile di un declino costante. Un argine sceso su cartoni di fallimenti, un argine senza fine che non si può arginare. “Enneatipo 4” è condannato, lo sa benissimo, cerca di dimostrare la sua innocenza, ma solo stolti giudici gli crederanno. Credono in questo suo dolore che affascina, filamentosi bozzoli su ragnatele abbandonate. “Enneatipo 4” è innocente, sa anche questo, sa che c’è la via d’uscita, ma non la trova, non la vuole, vuole solo ciò che non sarà mai.
“Forme sul mare con troppo maestrale
dietro un’altra ricetta del dottore
con la mia matita preferita che ha in cima un teschio”

“Un pregevole ritratto di Niccolò Machiavelli”

BAMMM!
Domenica 5 marzo dalle 11:00 alle 18:00
Presso il Museo Marino Marini di Firenze
Le mie Pareidolie

Muro imbrattato, pennarello, acrilico e carboncino.